CMR N.1 Ristampe: Intervista a Gianluca “Abbath” Cardinali
A cura di Giuseppe “Joe Slap” Puglisi
E’ con estremo piacere che scrivo questo cappello, che introduce l’angolo che più ci aiuterà a ricordare la nostra compianta rivista, grazie al contributo di chi l’ha resa grande e di chi l’ha accompagnata fino all’inaspettata chiusura. Lascio quindi la parola a Gianluca Cardinali, al secolo “abbath”, che si è dimostrato disponibilissimo e felice di rispondere alle nostre curiose domande.
Joe Slap
JS: Innanzitutto grazie per averci concesso questa intervista, verrà apprezzata da tutti, soprattutto da chi ha vissuto l’ultima era di Consolemania in cui tu hai rappresentato una delle firme più frequenti su quelle pagine.
GC: Grazie, ne sono onorato, oltretutto siete i primi che hanno il coraggio di intervistarmi, dunque si tratta di un’occasione speciale: cercherò di non deludervi anche se qualche bastardata tipo “il Dreamcast fa schifo” o “il Porcellini è gay” (e so di colpire due vostri idoli!) difficilmente riuscirò a risparmiarvela.
Ehm…
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JS: Di cosa ti occupi adesso? Scrivi per altre testate, oltre TGM?
GC: Con l’ingresso in Future sono riuscito subito a intrufolarmi all’interno della redazione di PSM, che come taglio, stile e blasone è piuttosto distante da Consolemania. Come tutte le riviste ha i suoi pregi e i suoi difetti, ma quel che conta - per me - è continuare ad avere la possibilità di recensire giochi per console, di rimanere aggiornato e seguire da vicino l’evoluzione di quest’industria. Inizialmente, poi, ho scritto anche qualcosina per NRU (la rivista ufficiale Nintendo), nello specifico era una recensione di un bel gioco di Wrestling la quale, però, mi fa fatto capire che prima di insistere con quest’ultima rivista, forse è il caso che la smetta di sfruttare solo i NGC redazionali per comprarmene uno tutto mio.
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JS: Come hai vissuto la fine di Consolemania e il passaggio da Xenia a Future Media?
GC: Una cosa per volta: la chiusura di CM è stata abbastanza tragica, è sempre stata la mia rivista preferita e, anche se ho avuto la fortuna di scriverci per sei anni, ho sempre l’impressione che sia finita troppo presto. Firmare una pagina di Consolemania ha rappresentato il mio sogno per gran parte dell’adolescenza, e una volta trasformato in realtà, mai avrei creduto di doverla vedere scomparire dalle mie mani così, da un giorno all’altro, per motivi al di sopra della mia concezione. Non si sa bene se l’addio a CM sia da imputare solamente al passaggio in Future, e in ogni caso non mi sento di biasimare le scelte dei loro responsabili: in questo senso è giusto che ognuno curi i propri interessi.
Com’è intuibile, ho vissuto il passaggio tra le due editrici piuttosto maluccio: per tutti noi la dipartita dalla vecchia redazione di via Carducci (luogo che io stesso consideravo di culto quando ancora ero “solamente” un aficionado) ha significato una vera e propria svolta (non solo professionale), la fine di un’epoca - quella dell’ufficio “ricreativo” aperto 24/24 e 7/7 – e una sorta di “evoluzione” lavorativa. I metodi, l’ambiente, i rapporti interni sono cambiati, in linea con l’impronta che solo una multinazionale può dare. Certo, gran parte del lato “poetico” è andato perso, ma alla fine le persone importanti conosciute grazie a CM e Xenia ci sono ancora quasi tutte. Mi viene da dire, a tal proposito, che dover dire addio a MA sarebbe stato peggio. Per contro, e sempre in ottica professionale, Future offre più possibilità di farsi assumere e, ehm, fare carriera… anche se le probabilità che io venga assunto sono pari a quelle di trovarsi a letto con Terri Summers: zero, e per di più calano col tempo (ah beh, sei a cavallo.. ndJS)...
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JS: Com’è l’ambiente presso la nuova sede? Ci vai spesso oppure lavori principalmente a casa? Cosa ti manca del palazzo di via Carducci?
GC: L’ambiente, come già detto sopra, è totalmente diverso: ora sembra veramente che la gente lavori! Scherzi a parte, è solo una questione di ambientamento, dopo i primi mesi non ci si fa più caso e una scrivania vale l’altra, soprattutto alla luce del fatto che le scrivanie, nella vecchia redazione, erano tutt’altro che belle e lucide. La cosa che mi manca maggiormente di via Carducci è proprio la zona dove il nostro ufficio sorgeva: Sant’Ambrogio è una zona bellissima, brulicante di giovani (l’Università Cattolica è a due passi) e fatta di palazzi antichi; a dieci minuti a piedi da piazza Cadorna, Castel Sforzesco, e dal Duomo; insomma nel cuore del “bello di Milano”. Via Asiago invece è a metà viale Monza, un posto dove c’è da aver paura ad andare in giro di notte, dove non si vede un italiano neanche a morire, e dove la struttura architettonicamente più piacevole è la scalinata umida e sporca che scende alla metro di Gorla.
Per quanto mi riguarda, infine, continuo a lavorare da casa anche se – e nemmeno in questo le mie abitudini non sono cambiate – almeno un paio di volte a settimana mi piace (o devo, a seconda dei casi) passare in redazione, a fare quattro chiacchiere, a rastrellare qualche pagina da scrivere, o a rastrellare qualche chiacchiera, o a fare qualche pagina… hehehe.
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JS: Cosa sta monopolizzando il tuo tempo concesso ai videogiochi, in questo periodo?
GC: Nelle ultime settimane mi sto vivendo intensamente Grandia III, JRPG in grande stile (Square Enix, d’altronde quando si mette d’impegno…) (basta co’sti JRPG!! ndJS) a cui “facevo la posta” da almeno un anno e mezzo. Per il resto, ho sempre l’ultimo Winning Eleven (e non PES, si badi) sottomano, da sfruttare nei momenti di crisi (così come Guitar Hero)… non si sa mai che dovessi trovare un altro Melc Crystal da 90mila HP sulla mia strada…
Più in generale, ho un sacco di giochi “lasciati in sospeso” per mancanza di tempo o stimoli. Ed è un peccato.
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JS: Ho sentito dire che ti sei tagliato i capelli, che shock, ma è vero? Vogliamo una foto!
GC: Diciamo così: arriva un momento, sul cuoio capelluto di ogni rockstar che si rispetti, in cui i capelli semplicemente “finiscono”. Dopo dieci anni buoni da capellone, e dopo almeno sette anni vissuti da rockstar, quest’estate ho guardato in faccia la realtà e ho dato ragione alle forbici. Pensavo di trasformarmi in un bellissimo ragazzo dalla faccia pulita, invece se c’hai la faccia da delinquente, la faccia da delinquente ti rimane.
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JS: Con quale gioco esordisti, sulle pagine di Consolemania?
GC: Oddio: ottobre 2000, incursione guidata dal mio mentore MAOraNza negli studi milanesi di Electronic Arts. Tre recensioni d’esordio: F1 Season 2000 (voto 85), NHL 2001 (voto 89) e NBA Live 2001 (voto 91). Poteva andare decisamente peggio!
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JS: Hai progetti futuri? Redattore per tutta la vita?
GC: Il mio sogno sarebbe quello di trovare una piccola frazione (tipo quella in cui sono cresciuto) sulle Dolomiti dove affondare le mie radici. Mi piacerebbe imparare un mestiere di quelli “che non usano più” (spero stia scherzando ndJS), qualche cosa di semplice e appagante. Non ho nessuna intenzione di far crescere un mio eventuale figlio in una metropoli, quindi il mio futuro sarà lontano da dove mi trovo ora.
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JS: Raccontaci la situazione più esilarante che ricordi della vecchia redazione
GC: Uh, con la memoria non vado fortissimo, così su due piedi mi vengono in mente una manciata di scherzi cattivelli al povero Riki, quella volta che andammo a fare soft-air con un Raffo in modalità Counter Strike, un paio di riunioni-delirio con i redattori di tutte le vecchie testate (Playstation Force e PCA), ma soprattutto quella volta che Maurizio, il vecchio grafico di CMania, impazzì di botto quando trovò un taglio sulla sua borsa, si licenziò sbroccando a destra e a manca (dando la colpa all’ignaro Riki) e se ne andò sbattendo la porta. Si sentiva perseguitato, in realtà era un paranoico di prim’ordine. C’abbiamo riso sopra almeno due mesi.
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JS: Cosa ne pensi della next generation, inaugurata di recente da Microsoft con la sua Xbox 360 e che proseguirà con Revolution e PS3?
GC: Ne sono ancora abbastanza estraneo: mi sono sempre ben guardato dal comprare qualsiasi cosa al lancio (si sa che i primi modelli non sono propriamente perfetti, senza parlare dei prezzi) (saggio uomo ndJS) e anche questa volta aspetterò di provarle tutte prima di acquistare. Naturalmente il discorso è sempre lo stesso: sono i giochi che fanno il valore di una console, e non viceversa. Per questo molto probabilmente punterò su Sony, che ha esclusive nettamente migliori rispetto alla concorrenza; ma non parto prevenuto, tutt’altro.
Ho avuto la possibilità di provare la console Microsoft e devo dire che non è affatto male, anche se tutto quest’entusiasmo mi sembra un tantino immotivato. Forse averla a casa, o giocarci su un televisore super figo e non in redazione, potrebbe farmi un effetto diverso…
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JS: E delle due regine portatili? Nintendo DS e Sony PSP?
GC: Con la scusa di un viaggio interminabile in pieno agosto (per lavorare un paio di settimane alla Neversoft) ho di fatto rubato il DS a Marco Auletta, e mi ci sono divertito parecchio. Il paragone con la PSP è imbarazzante, ma l’idea del pennino è decisamente meglio di quanto credessi. Dall’altra parte, ho scoperto facendo la preview di Splinter Cell Essentials che la PSP mi fa venire il mal di mani… in ogni caso credo che l’obbiettivo di una console portatile debba essere la multifunzionalità, e in questo la console Sony ha centrato l’obbiettivo, trovandosi di fatto parecchio avanti rispetto al doppio schermo di Nintendo.
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JS: Che gioco stai attendendo spasmodicamente? E non fare il distaccato…
GC: Beh devo assolutamente sapere come va a finire l’epopea di Solid Snake, cui invecchiamento mi ha lasciato tutto sommato perplesso (non credo tu sia l’unico ndJS). Per il resto, preferisco “fantasticare” su possibili seguiti di giochi che mi hanno fatto impazzire: non vedo l’ora di avere tra le mani il prossimo Winning Eleven, un nuovo Guitar Hero, un nuovo Shadow Of The Colossus, un nuovo Zone Of The Enders…
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JS: Il miglior gioco dell’era 128 bit? Dreamcast incluso, ehi!
GC: Non è facile: sicuramente la stagione scorsa ha regalato almeno un paio di titoli da podio, God Of War in primis. Poi mi viene in mente Code Veronica (giocato su Dreamcast, ovvio!), MGS3, tutti e tre i primi Ratchet & Clank, l’ultimo Midnight Club, Amped… e chissà quanti me ne sto dimenticando!
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JS: Il gioco che ti ha più deluso?
GC: Ce ne sono parecchi: tra le recenti delusioni mi tocca annoverare l’ultimo episodio della serie dedicata a Ratchet & Clank, su cui puntavo molto ancora prima di sapere che si sarebbe trasformato in uno shooter fine a se stesso.
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JS: Meglio le gnocche nipponiche o quelle nostrane?
GC: No, sulla gnocca sono un integralista nostrano: gli occhi a mandorla mi affascinano ma la patata made in italy è inarrivabile (concordo ndJS).
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JS: Miyamoto o Kojima?
GC: Kojima: è più visionario, più sceneggiatore. Mi ha procurato emozioni più intense.
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JS: Cosa pensi di Consolemania Redux?
GC: Penso che siete dei grandi: ho sempre invidiato coloro che stanno dietro a progetti amatoriali come questo, e spero riusciate a “pubblicare” più numeri possibile. A volte vorrei un po’ della vostra “spinta”: d’altronde come si sente spesso dire, quando una passione si trasforma in lavoro, perde parecchio del suo fascino.
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JS: Grazie per la tua disponibilità
GC: Ma figurati ^^
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